Un itinerario che ripercorre le orme dei Portarori del Cimone, uomini la cui tempra ha segnato la storia di Sestola e del Monte Cimone!
L’itinerario che qui vi proponiamo, lungo 10km (ma con possibilità di accorciarlo come vi spiegheremo più avanti) segue le orme dei Portatori del Cimone, partendo dal Lago della Ninfa e arrivando fino alla vetta del Monte Cimone, a 2165m. di altezza.
Nel 2024 sono stati posizionati dei cartelli lungo il percorso che raccontano la storia dei Portatori e vi permetteranno di approfondirne la storia e il ruolo che hanno svolto per la costruzione della Base Aeronautica tuttora attiva sulla vetta del Cimone.
Chi erano i Portatori?
I Portatori, noti popolarmente come gli Sherpa dell’Appennino, erano un gruppo di valorosi sestolesi che nel periodo tra le due Guerre contribuirono alla costruzione e all’avviamento della base dell’Aeronautica Militare sulla cima del Monte Cimone in attività dal 1937 e tutt’oggi operativa.
Quando ancora non esistevano le strade asfaltate e gli impianti a fune, i Portatori, esperti conoscitori della zona, partivano tutti i giorni da Sestola trasportando sulle spalle dai 30 ai 50 kg di materiali e viveri indispensabili per il regolare funzionamento dell’Osservatorio Meteorologico.
Gli sforzi eroici compiuti per guadagnare la cima nonostante le condizioni atmosferiche proibitive, soprattutto durante i mesi invernali, hanno creato un’intramontabile leggenda intorno alla figura dei Portatori.
Il percorso
Si parte da località Passo del Lupo, precisamente dal bivio della strada tra località Passo del Lupo e il Lago della Ninfa, a poca distanza dal Giardino Botanico Esperia.
Consigliamo di partire proprio da qui perché potrete così leggere il primo cartello dedicato ai Portatori.
Seguiamo le indicazioni del sentiero che sale per una strada sterrata e dopo qualche centinaio di metri ci porta ad incrociare la pista Colombaccio, ex pista da sci oggi utilizzata in inverno come pista per slitte e bob.
È importante non sbagliare questo incrocio. Si continua a salire lungo la pista (seguendo le reti rosse che la delimitano) fino a che non si arriva all’ultima curva prima della stazione di arrivo della seggiovia a due posti.
Qui il sentiero ritorna nella faggeta e pochi metri dopo essere entrati nel bosco si può già ammirare un faggio spettacolare cresciuto attaccato alla roccia spiombente.
Il sentiero continua a salire e ci porta in località Serrarasa a 1640 metri di altitudine. Questo è un punto panoramico (soprattutto in autunno quando gli alberi intorno perdono le foglie e permettono di ammirare tutto il crinale) e molto importante anche dal punto di vista storico. Qui infatti troverete una roccia incisa con data 1741 (a dimostrazione di come sia un sentiero storico) e il cartello che vi racconta la storia dei Portatori, con il contributo prezioso dell’Associazione culturale E’ Scamàdul.
Prosegue la salita e incrociamo nuovamente le piste invernali del Cimone e l’incrocio tra l’arrivo della quadriposto del Lago della Ninfa e la quadriposto Lamaccione.
Il sentiero prosegue dritto in direzione Salto della Capra e Cresta di Gallo.
Ignoriamo la variante esperti (consigliata solo per chi è pratico delle salite in montagna e non soffre di vertigini) e proseguiamo lungo il sentiero largo in mezzo a fila di larici, faggi e abeti.
Dopo qualche centinaio di metri il sentiero incrocia la pista Beccadella e devia sulla sinistra portandoci con una breve ma intensa salita a camminare lungo la cresta.
Siamo probabilmente nel punto suggestivo di tutto l’itinerario. Sulla sinistra si apre la vista sull’Appennino (dal Corno alle Scale fino al versante modenese) con la strada militare dell’Aeronautica, mentre sulla destra si può ammirare la buca del Cimone e apprezzare la vista verso la pianura.
Seguiamo il sentiero e arriviamo dopo dieci minuti a Pian Cavallaro, dove termina anche la strada militare asfaltata (chiusa al traffico) e dove parte il sentiero che ci porta alla vetta del Cimone.
A Pian Cavallaro si trova il terzo e ultimo pannello didattico, apposto al muro di sostegno, Conviene fare una piccola deviazione di 10 metri per andare a leggerlo e avere maggiori informazioni sulla vetta del Cimone!
Chi vuole accorciare l’itinerario ed evitare la salita sul Cimone ha qui due opzioni:
-fare rientro seguendo la strada asfaltata che ci riporterà prima a Fontana Bedini e poi al Lago della Ninfa;
-fare rientro prendendo direttamente il sentiero nr. 13 che scende fino a Fontana Bedini in modo più diretto. Per prendere questo sentiero bisogna incrociarlo dietro alla zona delimitata dell’Areonautica Militare.
Evitando la salita al Cimone si taglia il percorso di 3km.
Itinerario completo
Per effettuare il giro completo si prosegue imboccando il sentiero 449 e 11 comunale, la cosiddetta mulattiera che porta fino in vetta al Cimone. Questa parte di sentiero è chiamato anche Sentiero dell’Atmosfera, un itinerario didattico con cartelli che raccontano i cambiamenti climatici e l’importante ruolo svolto dall’Aeronautica Militare e dal CNR in vetta al Cimone.
Arrivati in vetta prendetevi tutto il tempo necessario per ammirare il panorama, per visitare la chiesa dedicata alla Madonna della Neve, per scattare l’immancabile foto di rito sulla terrazza del Piccolo Orizzonte dell’Appennino Modenese.
Proseguiamo il ritorno andando a prendere il sentiero 441A che scende poco prima del Monte Cimoncino e fa rientro a Pian Cavallaro.
Lasciamo sulla sinistra la Base Aeronautica e il rifugio e sede CNR dedicato a Ottavio Vittori. Andando verso il Monte Cimoncino troviamo il sentiero che scende a sinistra.
Questo è il tratto consigliato per tornare a Pian Cavallaro ma è possibile fare rientro a Pian Cavallaro anche ripercorrendo il 449 o facendo la cd. Direttissima che scende a gradoni più diretta.
Seguendo il sentiero comunale nr. 13 percorriamo la via più diretta per arrivare a Fontana Bedini. Da lì è possibile fare l’ultimo tratto di strada asfaltata oppure consigliamo il sentiero immerso nell’abetaia.
Il sentiero 13 è dedicato a Pio Serafini, uno dei Portatori del Cimone e una delle prime guide di Sestola.
Arriviamo al Lago della Ninfa e ritorniamo al punto di partenza del nostro itinerario per completare il giro ad anello.