Poco distante da Pavullo, a Renno, si trova una bellissima Pieve medioevale ricca di storia!
Se vi allontanate dal capoluogo del Frignano, Pavullo, potete arrivare in poco tempo a Renno, piccola frazione in cui si trova una splendida pieve medioevale dedicata a San Giovanni Battista.
L’antichità (VIII- IX secolo) dI questa Pieve, di origine bizantina – ravennate, è testimoniata da diversi elementi architettonici che oggi si trovano immersi nei vari e successivi interventi di ristrutturazione, ammodernamento, consolidamento che si sono verificati nel corso dei secoli e che risultano, attualmente, di complessa lettura.
In origine la chiesa rispecchiava la severa tipologia delle pievi di montagna, con la pianta a tre navate, l’orientamento occidente-oriente secondo i canoni liturgici, due piccole finestre strombate sul lato meridionale per dare luce all’interno, un solo altare verso il quale si rivolgevano i fedeli, un campanile a vela con due campane sul culmine della facciata.
Nel corso del tempo la struttura romanica ha subito notevoli cambiamenti.
Nel Cinquecento sono state aperte le cappelle laterali: una a destra per la sepoltura del conte Cesare Montecuccoli morto nel 1506; l’altra a sinistra dedicata alla Madonna del Rosario alla fine del secolo. Nello stesso periodo, dopo una epidemia di peste, fu eretto l’altare di San Rocco con tela raffigurante i santi Rocco, Sebastiano e Pellegrino.
Al Settecento infine risalgono i maggiori rimaneggiamenti: la costruzione dell’attuale campanile (1673-1710), il soffitto di tavelle dipinte, l’altare maggiore di scagliola del Casalgrandi (1784), l’organo di Luigi Boselli (1871), il portale d’ingresso (1782).
Tra diverse raffigurazioni vi è da segnalare quella a San Giovanni Battista a cui la Pieve è dedicata.
Di particolare pregio l’acquasantiera in marmo rosso che una leggenda voleva donata dalla Contessa Anna Bigi madre di Raimondo Montecuccoli; le antiche rosette comacine, monogrammi di Cristo (Chrismon), e la lapide della tomba del Conte Cesare Montecuccoli (1506) che fu il più grande feudatario del Frignano.
Testo: Alessio Bononcini