Il Ponte d’Ercole è un monolite di 33 metri immerso nel bosco, una meraviglia della natura nel nostro Appennino Modenese

Il Ponte d’Ercole, o Ponte del Diavolo, è una delle cose che dovete assolutamente vedere almeno una volta nella vita.

Si tratta infatti di un monolite di oltre 30 metri scavato nel corso degli anni dagli agenti atmosferici tanto da creare un vero e proprio ponte sopra al quale è possibile anche camminare.

ponte d'ercole pavulloOvviamente bisogna mantenere tutte le precauzioni del caso e prestare attenzione.

Invitiamo anche a rispettare al massimo il ponte evitando di rovinarne la superficie.

Il Ponte d’Ercole si trova in un territorio che è al confine tra i tre comuni di Pavullo nel Frignano, Polinago e Lama Mocogno.

 

Come raggiungerlo

Il sito è raggiungibile seguendo uno dei sentieri che conduce al Ponte ed è possibile farlo a piedi o in mountain bike.

Uno degli itinerari consigliati lo abbiamo descritto sul nostro sito e lo trovate a questo link.

Per arrivare al parcheggio attrezzato di Ponte del Diavolo: Percorrere la Strada Statale 12 in direzione Abetone. Passato Pavullo, prima di entrare nel paese di Lama Mocogno, imboccare la via Ponte d’Ercole che si trova sulla destra.
(via Ponte d’Ercole è in Comune di Lama Mocogno mentre il Ponte del Diavolo è in Comune di Polinago

 

Il Ponte d’Ercole nell’antichità

L’area circostante il Ponte d’Ercole ha restituito diverse testimonianze di interesse archeologico, databili dall’età protostorica all’epoca medievale, che attestano una frequentazione dell’area legata soprattutto alla presenza del ponte naturale e di sorgenti d’acqua.

I numerosi materiali rinvenuti sono dovuti per lo più a ritrovamenti occasionali avvenuti durante il secolo scorso, seguiti da alcuni sondaggi eseguiti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna

Un’occupazione dell’area durante il 1 millennio a.C. è attestata dal rinvenimento di frammenti ceramici ed oggetti di ornamento di ambito villanoviano databili tra /’VIII e il VI secolo a.C. Nel periodo successivo il sito sembra rientrare, come tutta la montagna modenese, nella zona di influenza ligure: lo rivelano le forme ceramiche e alcuni accessori dell’abbigliamento che trovano confronti in coevi contesti dell’Emilia occidentale e di oltre Appennino, oltre a una punta di lancia ritualmente piegata che caratterizza i depositi funerari e votivi liguri tra IV e III secolo a.C.

Con il periodo romano le testimonianze si intensificano e sono rappresentate da reperti ceramici, strumenti in metallo e vasellame di vetro, insieme a resti murari, frammenti laterizi e tessere di mosaico che indicano la presenza di ambienti coperti. Si segnala in particolare il ritrovamento di migliaia di monete, che coprono tutto l’arco di frequentazione del sito (Il secolo a.C. – V secolo d.C.), con una maggiore presenza di emissioni della prima età imperiale (I-lI secolo d.C.); queste costituivano probabilmente un’offerta votiva deposta direttamente nelle acque oppure in piccole buche scavate nel terreno. Queste testimonianze fanno ipotizzare l’esistenza in età romana di una complessa area cultuale articolata attorno al Ponte d’Ercole, cui vanno riferite anche le notizie del ritrovamento di tracciati stradali, le quali suggeriscono, oltre a un itinerario appenninico, un possibile percorso processionale che congiungeva l’altura di Poggio Pennone con l’area del “ponte” e le strutture annesse.

Il sito è stato frequentato anche in età medievale e moderna, fino ai giorni nostri, come dimostrano alcuni elementi di armamento riferibili a una sepoltura medievale sconvolta (tra cui un eccezionale morso di cavallo in ferro) e le numerose medagliette devozionali databili dal XVII al XIX secolo, segno della continuità delle pratiche legate alle acque salutifere in associazione con il culto mariano.

Il testo “Il ponte d’Ercole nell’antichità” è tratto dal pannello informativo che troverete in loco.