Un esempio unico in tutto il nord Italia di torbiera, situato all’interno dello stupendo altopiano coperto di praterie che domina le valli di Ospitale e del Dardagna.
Il lago di Pratignana, o Lago Pratignano, è uno dei luoghi più interessanti dal punto di vista naturalistico.
Appena arriverete all’altopiano la vista che si apre è qualcosa di unico. Guardando verso il Lago infatti sarà possibile vedere il Corno alle Scale sullo sfondo, particolarmente visibile quando innevato, mentre sulla destra appaiono tutte le cime dell’Appennino Modenese.
Cosa ammirare
Solo per occhi esperti e attenti è possibile osservare la pianta carnivora Drosera Rotundifolia che durante l’estate attira insetti di tutte le dimensioni per poi intrappolarli tra le sue spire. In primavera ed in autunno è possibile osservare numerose specie di uccelli che qui trovano un’oasi dove riposare durante le lunghe migrazioni.
Attorno al lago è molto suggestiva e luogo ideale di passeggiate la grande prateria che ricopre l’altipiano ai limiti della quale un enorme faggio secolare sembra trasudare magia.
Magia che è possibile ritrovare nel versante bolognese dove una piccola insenatura della parete rocciosa viene chiamata “Grotta delle fate” perché la leggenda vuole che al sui interno vivano tre fate maligne che attirano durante le giornate nebbiose i viaggiatori all’interno del lago per poi farli affogare.
Molto suggestivo quanto pericoloso, a dominare il lago un grande sperone roccioso si propende a sbalzo verso il precipizio; chiamato “Becco dell’Aquila” permette di dominare la valle del Dardagna: sconsigliato vivamente a chi soffre di vertigini.
Come arrivarci
Il modo migliore per arrivare al Lago è a piedi, seguendo uno degli itinerari che qui conducono.
Sul nostro sito potete trovare la spiegazione di come arrivarci partendo direttamente da Fanano o da località Ca’ del Vento.
La leggenda e la Grotta delle Fate
Lungo il dirupo della Riva, proprio sotto il Becco dell’Aquila, si trova una grotta: è la Grotta delle Fate.
Si dice che le fantastiche creature escano dalla tana e vadano a danzare sul lago, provocando una fitta nebbia che avvolge loro ed il lago.
Le fate si affacciano all’ultima cortina di nebbia e ammaliano la creatura umana fino a farla danzare con loro verso le acque. “E la creatura viva scivola danzando dentro il lago, e vi sprofonda dentro“.
La leggenda vuole che una volta una bambina avesse condotto i buoi al pascolo nelle radure intorno al lago, quando viene colta da una tempesta. La pastorella spaventata, tentò di condurre sulla via del ritorno gli animali ma, giunta al ciglio del monte, si trovò intrappolata in una nebbia fittissima. Tra la nebbia apparvero le fate e la bambina si affidò a loro, seguendole fino alle fredde acque del lago, dentro il quale scivolò lentamente.
La catenina che la bambina portava al collo fu ritrovata tra le acque della fonte di Pian Fontana.