Un pezzo di storia per il nostro Appennino con lo svolgimento, più di 50 anni fa, dei campionati assoluti di Sci Nordico!
Con grande piacere vi raccontiamo sul nostro Blog la storia di un evento sportivo di grande rilevanza che si è svolto nel 1968 a Sant’Annapelago (Pievepelago) e a Piandelagotti (Frassinoro).
Stiamo parlando dei Campionati Italiani Assoluti di Sci Nordico di cui vedete qui sotto la cartolina promozionale.
L’occasione per parlarne è legata al ritrovamento dell’archivio fotografico di Osvaldo Mordini (presente allora nel Comitato d’Onore in qualità di presidente della Pro Loco) e le foto che qui vedete sono state rese disponibili dal figlio Giandomenico.
Una bella raccolta di immagini che ci trasportano indietro di tanti anni e ci permettono di rivivere le emozioni legate a questo avvenimento sportivo.
Un racconto interessante dell’evento inoltre ce lo fornisce il testo di Annalisa Antonioni, inserito all’interno della storia dello dello Sci Club S.Annapelago. Dal racconto di cronaca si capisce come, nonostante il maltempo che si abbatté sulle nostre località, l’organizzazione fu comunque impeccabile e la soddisfazione altissima.
La società continuò la propria frenetica attività organizzando gare a tutti i livelli, ma il “momento magico venne raggiunto nel 1968 con i Campionati Italiani Assoluti maschili e femminili di tutte le categorie ai quali parteciparono circa quattrocento atleti provenienti da ogni parte d’Italia.
I Campionati Italiani ebbero luogo una settimana dopo le Olimpiadi di Grenoble dove l’Italia conquistò una medaglia d’oro con la splendida vittoria di Franco Nones nella 30 Km individuale. Un grande entusiasmo serpeggiava nell’ambiente sportivo italiano, molti giornalisti, anche dall’estero, seguirono le gare alle quali avrebbero partecipato i migliori atleti del momento e naturalmente anche il neo campione olimpico Nones. Ma le pessime condizioni meteorologiche, con un’ondata di scirocco che imperversò dal martedì sino alla domenica, causarono lo scioglimento di oltre un metro di neve. Per gli organizzatori e le persone addette al servizio furono giornate veramente dure: mentre la pioggia cadeva implacabile ed il vento soffiava impietoso, dovevano battere nuove piste, sulle quali trasportavano continuamente la neve da luoghi lontani per combattere l’avanzata del fango.
Come sempre i santannesi dimostrarono un grande dinamismo riuscendo a far disputare tutte le gare ad eccezione della staffetta che ebbe luogo successivamente a Madonna di Campiglio. Purtroppo a causa della stagione inclemente l’afflusso di pubblico fu inferiore alle aspettative anche se da più parti giunsero comunque parole di elogio per il lavoro svolto, soprattutto dalla FISI e altre associazioni sportive, ma i campionati che si sperava fossero memorabili, furono ricordati come i “Campionati della pioggia”.
Molti giornali parlarono di questo avvenimento dalla Gazzetta dello Sport, a quella di Modena, al Resto del Carlino.
Interessante e dettagliato l’articolo pubblicato sul settimanale “Neve Sport” del 29 febbraio 1968 :
“A S. Annapelago e a Piandelagotti organizzavano i campionati italiani per la prima volta, ma hanno saputo subito battere un record: 120 ore di pioggia consecutiva. Una pioggia noiosa, insistente, caparbia, che ha voluto ad ogni costo essere la protagonista numero uno della settimana appenninica e ha tentato in tutte le maniere di mandare a monte ogni cosa. Ha sciolto la neve, smaltellato le piste, trasformato il trampolino nuovissimo in un torrente che si riversava in una palude. E gli organizzatori che correvano da una parte all’altra come matti, a cambiare percorsi, battere nuove piste, portare via il fango dal trampolino e metterci neve. Alla fine tra un rinvio e l’altro, grazie ad un’ultima giornata di sole e freddo, si riusciva a completare il programma: era saltata soltanto “la staffetta” che sarà recuperata a Madonna di Campiglio. Le vittime della pioggia sono stati soprattutto gli atleti. Manfroi, Aldo Stella, Stuffer, Kostner i più colpiti. Ma sopra tutti è “scoppiato” il caso Nones. Se ne parlava ogni giorno: Nones, campione olimpico, si era ritirato nella “30” per paura della pioggia. E la stessa cosa si ripeteva anche nella “IS”, in condizioni ambientali nettamente migliori.
Le gare furono vinte da: Gianfranco Stella – C.S. Esercito – (30 Km a S. Annapelago e 15 Km alle Radici), davanti a Mario Bacher – C.S. Forestale – e Elviro Blanc – G.S. vigili del fuoco – nella 30 km e Aldo Stella – C.S. Es. – e Palmiro Serafini – C.S. Es. – nella 15 km. Nelle altre categorie i vincitori furono: Roberto Primus per la categoria “Juniores” Ludovina Baschiera nella categoria femminile “Juniores”, Anna Maria Samassa in quella “Seniores”. Presenti anche i migliori atleti locali: gli azzurri Palmiro Serafini e Tonino Biondini, Bruno e Luigi Bernardi, nonché Stefano Carani che passati alla categoria “Seniores” si erano arruolati in corpi militari per proseguire l’attività agonistica e che ottennero buoni piazzamenti in tutte le gare.
Merita una menzione e un approfondimento la storia dell’atleta santannese Palmiro Serafini, presente ai campionati e vero protagonista delle gare. Lo ricordiamo qui di seguito con il testo scritto da Giuliano Pasquesi.
Palmiro Serafini – “il bello dell’Appennino”
A fine 2013, a 68 anni, è scomparso Palmiro Serafini primo atleta appenninico di sci alle Olimpiadi.
Palmiro fu un campione internazionale di sci nordico soprannominato -nel periodo di maggior splendore agonistico- ‘il bello dell’Appennino’ e ‘il purosangue dell’Appennino’.
Era nato a S.Annapelago il 27 febbraio 1945, dove iniziò a sciare all’età di cinque anni e dove a sei anni già vinceva una 2 Km. a Pavullo. Fece parte della grande squadra che portò la nazionale italiana a battersi alla pari con i nordici e portò Franco Nones all’oro olimpico della 30 km a Grenoble 1968, lanciando lo sci nordico tra gli sport di successo nazionale. Maresciallo degli alpini presso il Centro sportivo di Courmayeur, dove si era trasferito, si è sempre distinto per la bonomia tipica degli emiliani. Raggiunto il pensionamento aveva aperto con la moglie un negozio di frutta e verdura a Pré St. Didier (Aosta). Una ‘roccia’ fino a pochi giorni prima della scomparsa.
Parenti ed amici della Valle del Pelago hanno partecipato alle esequie in Val d’Aosta. Alcuni anni fa era stato premiato in occasione della consegna del titolo Panathlon di ‘Comune dello sport’ a Pievepelago, cui aveva contribuito a portare l’Appennino Modenese –con Tonino Biondini di Frassinoro- ai vertici europei. Serafini nel 1964 era nella squadra A azzurra juniores, vincendo un titolo italiano; poi una lunga progressione di successi che lo portarono alla Nazionale maggiore e ad essere selezionato per le Olimpiadi del 1968 a Grenoble. La squadra azzurra finì sesta a causa della disastrosa frazione d’avvio di De Florian, ma Serafini fu autore di una gara maiuscola. Frazione entusiasmante, la definirono i giornali. Per Gian Paolo Ormezzano, ‘la partecipazione del primo atleta appenninico ad una gara nordica olimpica costituiva una novità interessante, come aprire un nuovo libro di geografia’. Pochi giorni dopo Palmiro si ripeteva ai campionati assoluti di S.Annapelago, sulle nevi di casa: 3° nella 15 km e 5° nella 30. A Madonna di Campiglio: 3° nella 50 km e vincitore del titolo nella staffetta. Notevoli risultati anche nella stagione 1968-69, specialmente nelle gare di apertura in Svezia e Norvegia. Nel 1970 fu il portabandiera della squadra nazionale italiana ai Campionati Mondiali di Cecoslovacchia, e ancora tanti successi sino a fine carriera. A lui è dedicato un ampio capitolo di storia sportiva appenninica, sia nel Dvd del Lions di Pavullo dedicato ai campioni appenninici che nel primo volume di ‘S.Annapelago tra 800 e 900’ di Annalisa Antonioni, con decine di ritagli di giornali e documenti che attestano il valore di questo campione.
Qui sotto trovate la galleria completa delle fotografie della manifestazione.
Ringraziamo Giuliano Pasquesi per il contributo nella realizzazione di questo articolo.